1 DICEMBRE 2024
Paolo Smali nasce a Belluno, nel 1969. Inizia giovanissimo a dipingere. Nel 1983 la sua prima esposizione pubblica con un’opera dedicata alla “natura in posa” e contemporaneamente pratica lo studio del paesaggio dal vero. Nel 1988 si iscrive al corso di pittura all’Accademia di belle arti in Venezia, dove inizierà ad incidere nel 1990. Nel 1989 l’incontro e la frequentazione del suo Maestro Luigi Tito (1907-1991) gli permetterà di approfondire la conoscenza del disegno e della pittura. Studia l’arte che ama nei musei veneziani, copista alle Gallerie dell’Accademia di Venezia ed al Museo del Louvre. Nel 1993 la la Fondazione Bevilacqua la Masa gli concede come borsa di studio; un atelier, per alcuni anni, in Palazzo Carminati e l’organizzazione di esposizioni annuali nella prestigiosa sede in Piazza San Marco della stessa città lagunare. Seguono le prime collaborazioni con gallerie private e l’incontro con il collezionismo privato, realizzando numerose esposizioni personali e collettive.
Monotipista, incisore e disegnatore. Paesaggista e Ritrattista, amante della Figura umana e della Natura in Posa, si confronta con il soggetto Sacro. Una parte della sua ricerca è dedicata ad opere di fantasia dette Visioni. Con la compagna e artista Nora Ferruzzi condivide viaggi e progetti artistici, di scrittura e pittura. Vive e lavora a Venezia, nell’Isola della Giudecca.
Paolo Smali was born in Belluno, in 1969. He began painting at a very young age. In 1983 his first public exhibition with a work dedicated to “nature in pose” and at the same time he practices the study of the landscape from life. In 1988 he enrolled in the painting course at the Academy of Fine Arts in Venice, where he began to engrave in 1990. In 1989 the meeting and attendance of his Maestro Luigi Tito (1907-1991) allowed him to deepen his knowledge of the drawing and painting. He studies the art he loves in Venetian museums, copyist at the Gallerie dell’Accademia in Venice and at the Louvre museum. In 1993 the Bevilacqua la Masa Foundation granted him a scholarship; an atelier, for some years, in Palazzo Carminati and the organization of annual exhibitions in the prestigious headquarters in Piazza San Marco of the same lagoon city. The first collaborations with private galleries and the encounter with private collections followed, realizing numerous personal and collective exhibitions.
Monotypist, engraver and draftsman. Landscape and portrait painter, lover of the human figure and nature in pose, he deals with the sacred subject. A part of his research is dedicated to fictional works called Visions. With his partner and artist Nora Ferruzzi he shares travels and artistic, writing and painting projects. He lives and works in Venice, on the Giudecca Island.
“…E come giga e arpa, in tempra tesa/ di molte corde, fa dolce tintinno/ a tal da cui la nota non è intesa,/ così da’ lumi che lì m’apparinno/ s’accogliea per la croce una melode/ che mi rapiva, sanza intender l’inno….”
(Dante Alighieri)
“…Se qui cent’anni t’han tolto due ore, un lustro è forza che l’etterno inganni.
– No: che ‘n un giorno è vissuto cent’anni colui che ‘n quello il tutto impara e muore…”
(Michelangelo Buonarroti)
“…E tutto il mondo è l’orto mio
dove raccolgo a sera
dolci bacche accecate e caute acque,
dal fedele azzurro del Nord
un soffio incrina l’estate leggera
e le immagini pigre dei monti,
la nube è tanto più del suo profumo…”
(A.Zanzotto)
“…in ogni essere umano esiste inizialmente una cosa piccolissima, preziosa, luccicante, capace di sviluppo che può portare l’uomo o la donna a compimento…”
(Doris Lessing)
“…Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: “E` vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?”. Rispose la donna al serpente: “Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”. Ma il serpente disse alla donna: “Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male”. Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture…” ed il serpente seguì le loro impronte.